03 05 2016
Fitoterapia e gravidanza: quali farmaci sono indicati?
Durante i nove mesi di gestazione, l’assunzione di farmaci utilizzati nella fitoterapia, quale che sia la loro natura, va fatta con prudenza.Alla comparsa di nausea, il Ministero della Sanità ha invitato tutti gli specialisti a non prescrivere farmaci o composizioni contenenti zenzero, poiché potrebbe facilitare sanguinamenti abortivi o malformazioni fetali.Un altro disturbo abbastanza frequente in gravidanza, specie se caratterizzata per ragioni di natura diversa da sedentarietà, è la stitichezza: in questo caso vanno suggeriti prodotti diversi dai lassativi, perché troppo irritanti e preferiti quelli nei quali sono contenute fibre fitoterapiche come il psyllium o il glumannano.Per il bruciore di stomaco e per disturbi all’apparato respiratorio, sono raccomandabili tisane con malva o radici di altea (appartenente alla famiglia delle malvacee); sono controindicate per le gestanti diabetiche poiché ha effetti ipoglicemici, dunque può abbassare i livelli della glicemia; se compare il reflusso potrebbe essere efficace un prodotto a base di alginato (composizione di sostanze derivate dalle cellule delle alghe che hanno sali come sodio, calcio e potassio, che ha solitamente particolari controindicazioni).Per altri disturbi, quali infezioni urinarie o flogosi di altro tipo va evitata la combinazione tra i farmaci naturali fitoterapici, derivati dalla bucca, (pianta africana) e gli antibiotici prescritti solitamente dagli specialisti, se la febbre supera i 38.5°; per l’insonnia vanno considerate solo alcune tisane a base diguarany e matè (piante presenti in Africa e America del Sud). I farmaci fitoterapici utilizzati sia per le infezioni urinarie, che per l’insonnia non danno particolari effetti collaterali se presi da soli ovvero senza antibiotici classici (per l’infezione) o ansiolitici e calmanti (per l’insonnia).Se si stanno già seguendo altre terapie farmacologiche non è consigliabile combinare i farmaci con quelli utilizzati nella fitoterapia, poiché si corre il pericolo di avere reazioni più o meno gravi a seconda del livello di tollerabilità o allergia a quelle sostanze. Soprattutto non sono conosciute e prevedibili le reazioni poiché potrebbero differire tra individuo ed individuo.Quando i problemi sono alla schiena – il più delle volte, dovuti a posture sbagliate, a sedentarietà, al naturale aumento di peso (trattandosi di donne in gravidanza) o a stress – si potrebbero usare creme composte, derivate dall’arnica e piante come ginepro e pioppo, poiché agiscono sulla circolazione dei punti dolenti, sono efficaci e non hanno effetti collaterali. Tuttavia, è raccomandabile fare l’opportuna attività fisica proprio perché spesso non sono dolori reumatici, ma richiedono solo una risoluzione di rilassamento muscolare o tendineo.Perché i farmaci utilizzati nella fitoterapia non vanno assunti da chi segue già terapie con farmaci tradizionali specie se in gravidanza?Una delle ragioni più logiche va vista, considerando che una gestante sta vivendo un periodo abbastanza delicato per sè e per il nascituro; pertanto non ci si dovrebbe fare attrarre da metodologie o approcci consigliati da fitoterapeuti, ma non sempre approvati dall’Agenzia del farmaco o dal Ministero della Sanità. Le terapie combinate di farmaci tradizionali e farmaci naturali potrebbero rivelarsi pericolose. Vediamo perchè.Il problema è che potrebbero svilupparsi reazioni contrarie per le donne e per i feti così come potrebbero verificarsi complicanze non previste. Le piante potrebbero essere contaminate da pesticidi o altre sostanze tossiche, come anche provocare reazioni con alimenti che si mangiano quotidianamente.Che fare, dunque?Meglio sentire il parere dello specialista.E’ opportuno precisare che le conseguenze possono dipendere dalle singole sostanze naturali: alcune influiscono negativamente sulla gravidanza poichè interferiscono sul feto, creano eventuali problemi legati all’aumento delle contrazioni uterine o portano al cosiddetto “mal giamaicano” che colpisce il fegato. Ed ancora, alcuni farmaci fitoterapici irritano lo stomaco, causano ipertensione, creano tossicità a livello epatico ed intestinale. Se si assumono poi prodotti contenenti ginseng si aumenta l’ansia, se farmaci con sostanze che abbassano la glicemia, si creano squilibri glicemici e così via.Dal momento che vi sono queste controindicazioni, si consiglia l’assunzione solo se in mancanza di alternativa idonea (per esempio allergia a sostanze contenute in alcune composizioni chimiche dei farmaci “tradizionali”).
In gravidanza, come già osservato, l’attenzione deve essere rivolta a se stesse e alla creatura che sta crescendo nel proprio utero; di conseguenza, vanno limitati in genere i farmaci e assolutamente evitate le terapie “miste” (naturali e farmacologiche).
Fitoterapia in gravidanza: i possibili rischi

Premettendo che i farmaci fitoterapici possono causare o aggravare, in particolare, problemi di tipo cardiaco (aritmia, ipertensione, ipotensione, scompensi, ecc.) circolatorio e metabolico, a correre meno rischi sono tutti gli individui che non stanno facendo alcuna terapia per una qualsiasi patologia legata agli apparati e agli organi appena menzionati.E’ consigliabile, non essendo a conoscenza di eventuali effetti collaterali, assumerli per breve tempo e sospenderli alla manifestazione del primo effetto collaterale.Altra raccomandazione è il non far da sè, ma rivolgersi comunque a specialisti nel settore, prima di intraprendere qualsiasi iniziativa. Discorso a parte per le gestanti, di cui si è parlato nel precedente paragrafo.